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Il bacio eterno |
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Il bacio eterno. Un attimo di passione e di drammatico trasporto eternamente fermato nel tempo dal genio artistico di Francesco Hayez, noto pittore italiano ottocentesco e grande esponente del movimento del Romanticismo cosiddetto storico. Il dipinto ad olio su tela di dimensioni 110 x 88 cm, realizzato intorno al 1858, fu commissionato da Alfonso Maria Visconti di Saliceto che, alla sua morte, lo diede in dono alla Pinacoteca dell’Accademia di Brera, dove ancora oggi è conservato. La copia esposta a Milano non è l’unica realizzata dall’artista che invece aveva dipinto altre ben due versioni di questa famosa scena, di cui la reinterpretazione del meno famoso “l'ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo” databile intorno al 1523. Questo dipinto invece godette di un’immediata popolarità e fu molto apprezzato dalla critica contemporanea; tuttora è considerata una delle più note tra le opere di Hayez ed è annoverata tra i maggiori esempi di pittura italiana. Il quadro raccoglie le varie tematiche del filone romantico ottocentesco, il motivo del candore, della naturalezza, di questa dolcezza furtiva e sensuale intrappolata in un bacio eterno, il simbolo dell’amore – almeno apparentemente – di due giovani in vesti medievali che si stringono in un ultimo, sofferto abbraccio. Il ragazzo, in cui si potrebbero riconoscere molte identità come quella del cospiratore, del volontario in partenza per la battaglia o anche quella dell'esiliato, ha gran fretta di andare, come si evince dalla sua posizione tesa e dal piede nervosamente posato sul gradino della lunga scala di pietre squadrate. La sua immobile fretta sembra essere motivata dalla presenza di una terza figura in secondo piano, l’ombra di qualcuno che sopraggiunge proiettata su un muro alle loro spalle. Ciò conferisce alla scena non solamente romantica e sensuale una certa atmosfera di mistero e di segretezza coinvolgente, quasi teatrale. Un alone di enigmatica ansia che si spande intorno all'immobile ricordo di un bacio eterno. La ragazza invece sembra presa da una disperata passione nell’abbracciare per l'ultima volta il suo amato, in un legame dinamico reso ancora meglio dalle distinte tonalità di colore, il caldo rosso e il marrone per il mantello, il capello e gli abiti del giovane, e un freddo celestino per il lungo e lucido vestito della fanciulla, il cui tessuto setoso aggiunge luminosità alla scena. Interessante è come Hayez abbia immortalato questi due giovani senza mostrarne il volto, come se volesse preservare l’identità del giovane cospiratore in fuga e della sua amata, quasi che qualche spia nemica oltre la scena immortalata avrebbe potuto scoprirli. Il quadro contiene anche un importante significato politico celato nell'abbraccio dei due giovani, messo in luce però da alcuni piccoli ma rilevanti dettagli, come per esempio la presenza del pugnale alla cintura del ragazzo la cui elsa preme contro il fianco della fanciulla, silenzioso indizio che rimanda all'ipotesi di un episodio di violenza o comunque il simbolo di una rivoluzione. Un altro importantissimo dettaglio è celato nella scelta dei colori. Quello che sembra un tocco di raffinatezza artistica nell'utilizzo di colori così contrastanti e che pur si combinano perfettamente all'occhio, rendendo ancor più avvolgente l'abbraccio dei due amanti, in realtà cela un profondo motivo politico. Quelli utilizzati sono infatti il rosso degli abiti del ragazzo e l'azzurro della veste della fanciulla, che non sono altro che i colori simbolici dell'Italia e della Francia: solo tre mesi prima infatti Napoleone III era giunto a Milano, e l'abbraccio tra i due innamorati simboleggia implicitamente gli accordi stipulati in gran segreto a Plombières, con cui il Regno di Sardegna e la Francia, al fine di togliere gli ultimi territori italiani rimasti tra i possedimenti dell'Austria, cioè la Lombardia e il Veneto. In quel periodo, oltretutto, era espressamente vietato, e anche pericoloso, raffigurare con così tanta chiarezza certi aspetti della politica del tempo, soprattutto in un paese sull'orlo della rivoluzione, per cui Hayez trovò in modo molto sottile la maniera di criptare i suoi messaggi e i veri intenti di molte delle sue opere in ambientazioni antiche, per esempio, quella medievale come nel “Il bacio”, mettendo in risalto solo pochi ma decisivi dettagli. Così si avvolgono non solo le tonalità dei colori, la luce e le ombreggiature, ma anche le anime e le passioni; così si avvinghia l'amore alla Storia, e in questo stesso modo tutto il mondo, ogni avvenimento, è stretto in un abbraccio, in un bacio eterno, una catena infinita. Ogni cosa presa singolarmente finisce nello scadere nella semplicità, nel banale percorso delle fugaci e sfuggevoli passioni; invece, l'intrecciarsi della vicenda amorosa con il corso della storia, della guerra, degli ideali di una rivoluzione per il bene del proprio paese, rende immortali anche le passioni più sfuggenti, i gesti più semplici, come un abbraccio, come un bacio eterno. Reinterpretata e riutilizzata in ogni modo, dai poster pubblicitari alla scatola dei baci perugina, nella sua complessa semplicità, “Il Bacio” di Hayez si mostra come una delle scene di storia e d'amore più famose dell'arte italiana. |
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