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La misteriosa Monnalisa |
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La storia di Leonardo da Vinci, uno dei più importanti personaggi del rinascimento italiano, e del dipinto più famoso al mondo, continua dopo cinquecento anni a stupefare studiosi e a ispirare scrittori. La misteriosa Monna Lisa, conosciuta anche come “la Gioconda”, acquistata nel 1516 dal re di Francia Francesco I, è attualmente conservata nel museo del Louvre a Parigi, di cui è una delle attrazioni principiali. La realizzazione della Monna Lisa, un dipinto a olio su tavola di pioppo (77 cm × 53 cm), ha impegnato Leonardo da Vinci dal 1503 fino al 1515, anni in cui lo schizzo è diventato gradualmente un dipinto sempre più particolareggiato. Pare che Leonardo fosse così legato a questo lavoro da essersi prefissato come obiettivo di raggiungere la massima perfezione. In primo piano subito in evidenza l’immagine di una donna bruna posta di tre quarti, vagamente sorridente, con entrambe le mani poggiate sul bracciolo di una poltrona. Il caldo tono del colore della carnagione della giovane donna sembra quasi pulsare di vita sulla tela, dandole un’eleganza e un fascino sublime, vitale addirittura, rende percettibile la morbidezza sfumata delle guance e del viso. Alle sue spalle si allarga uno sfondo enigmatico, un paesaggio desertico e roccioso costituito da monti spigolosi e si intravedono due laghi, metaforicamente la rappresentazione dell'atto catastrofico della natura che si ribella all'uomo e a tutte le sue creazioni. Nelle note del codice Hammer scritto fra il 1508 e il 1510, Leonardo indica gli avvenimenti alle spalle della Monna Lisa come i fenomeni geologici che avevano dato inizio alla formazione della Terra. Poiché l'artista ha messo in ombra alcuni tratti del viso della misteriosa Monna Lisa, risulta molto difficile coglierne i contorni ed ottenerne quindi una visione più definitiva, per cui si ha l'impressione di cogliere un nuovo particolare ogni volta che la si osserva. Molti studiosi si sono interrogati sul tocco misterioso del suo sguardo e degli angoli della bocca curvati in un delicato ed enigmatico sorriso, come se celasse con sua soddisfazione un segreto inafferrabile per gli occhi del suo attento scrutatore, il quale ne viene escluso e quasi deriso. Quante fantasie sull’emblematica luce racchiusa in quegli occhi che sembrano seguire chi la esamina, scrutando con educata curiosità il suo osservatore? E come non sentirsi incantati da una tale raffinatezza di colori, dalle ombreggiature accattivanti che celano i punti più espressivi del volto di questa giovane donna -gli occhi e le labbra- e dal fascino di un'opera eternamente incompiuta, pur avendo già raggiunto il suo massimo splendore? E per quanto il tempo scorra il nome della misteriosa Monna Lisa, e del suo creatore non smettono mai di evocare in noi osservatori meraviglia, stupore, ammirazione, curiosità. Il mistero in cui è avvolta quest'opera parte non solo da ciò che c'è sulla tela, ma anche da chi ha posato. La donna ha tutt'ora una discussa identità. Giorgio Vasari, storico dell'arte vissuto nel Cinquecento, indica la seducente donna del ritratto come Monna Lisa Gherardini, la moglie di Francesco del Giocondo, ma la descrizione del dipinto sembra non coincidere con la Monna Lisa, in quanto loda il modo in cui erano state dipinte le sopracciglia e le fossette nelle guance, particolari invece assenti sul volto della Gioconda. Il soggetto della misteriosa Monna Lisa si potrebbe quindi identificare anche in Isabella Gualandi, una ricca donna napoletana legata alla famiglia de' Medici. Ricerche più recenti lo vorrebbero come il ritratto di Gian Giacomo Caprotti, allievo e modello di Leonardo da Vinci che grazie alla sua bellezza efebica, quasi androgina, posava sia per ritratti maschili che femminili. L'enigma che si cela oltre lo sguardo ironico, quasi beffardo, della misteriosa Monna Lisa ci appassiona e ci attrae inevitabilmente, col fascino misticheggiante di un'opera immortale che ha ancora tutto da dirci e raccontarci, mille segreti da svelare oltre il suo sguardo, il suo sorriso. Ma come trovare risposta a tutti i misteri che Leonardo da Vinci si è lasciato alle spalle? E dove si trova la soluzione di questi enigmi da risolvere? Forse proprio dove si rivolgono i suoi occhi, gli occhi che Leonardo, il suo genio tormentato, li ha marchiati con una luce che non arde, non brucia, e non si spegne. |
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