Influenza dei colori
Il colore di un oggetto è influenzato da molti elementi:
- il colore dell'oggetto stesso,
- il colore dell'ambiente circostante.
I colori dei corpi vicini riflettono il proprio colore sull'oggetto che vogliamo dipingere.
- l'intensità della luce e l'ombra che si crea.
- il colore della luce (l'illuminazione può esssere naturale od artificiale e di colori diversi).
- l'atmosfera che si interpone tra il punto di osservazione e l'oggetto. Lo stesso oggetto, visto in lontananza apparirà di un tono più spento e tendente all'azzurrognolo. Questo è il principio alla base della prospettiva aerea di Leonardo, l'atmosfera che si interpone tra l'oggetto e l'osservatore spegne i toni.
I colori naturalmente cambiano a seconda della luce, basti pensare ai colori di un paesaggio illuminati dalla luce del mattino o da quella del tramonto.
Colori terziari
Un terziario è un colore intermedio tra ciascun primario e secondario, all'interno della ruota cromatica.
Per ottenere un terziario è necessario mischiare in quantità uguali un colore primario con il secondario successivo sulla ruota. Ad esempio combinando un rosso primario con un arancio secondario si ottiene un rosso-arancio terziario.
Esistono 6 colori terziari:
rosso - arancione (rosso primario + arancione secondario)
giallo - arancione (giallo primario + arancione secondario)
giallo - verde (giallo primario + verde secondario)
blu - verde (blu primario + verde secondario)
blu - violetto (blu primario + viola secondario)
rosso - violetto (rosso primario + viola secondario)
Ma modificando leggermente le proprorzioni del primario e del secondario nelle vostre miscele, vi accorgerete che la gamma di colori intermedi risultante è molto più ampia.
E' difficile riconoscere e dare un nome ai colori intermedi poichè sono tenui e tendono a "cambiare tono" a seconda del contesto in cui sono inseriti. I terziari sono spesso definiti con nomi descrittivi: verde - lime, verde - mela ecc..
Colori complementari
I colori complementari risaltano se accostati.
Complementari sono quei colori che sulla ruota cromatica occupano posizioni opposte e frontali.
Il complementare di un primario è sempre un secondario, perchè ogni coppia di colori è costituita da un primario più la somma degli altri due:
ROSSO (colore primario) complementare del VERDE colore secondario (giallo + blu)
BLU (colore primario) complementare dell'ARANCIO colore secondario (giallo + rosso)
GIALLO (colore primario) complementare del VIOLA colore secondario (rosso + blu)
L'importanza dei complementari sta nella maniera in cui i colori reagfiscono l'uno all'altro.
Se si dispongono affiancati due complementari, ciascun colore ha l'effetto di rendere più intenso l'altro.
In un paesaggio con predominanza di verde, ad esempio, una punta di rosso vivacizza l'insieme del dipinto, pensate all'impatto scenico di un campo di papaveri. Oppure un sole al tramonto con tonalità aranciate che si staglia su un cielo blu.
Quando si guarda un colore, il suo complementare è sempre presente sotto forma di un alone attorno ad esso, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.
Guardando il rosso, si avverte un alone verde, specie se è su uno sfondo bianco: si riesce a scorgere una sfumatura di verde.
Se invece accanto al rosso vi è davvero il verde, esso ci sembrerà ancora più intenso, proprio perchè vi si crea una sovrimpressione del rosso evocato dalla sensazione visiva del verde.
Provate a fissare per 15 secondi un giallo brillante, poi spostate l'occhio su un foglio di carta bianco e ben presto vedrete iun'immagine residua color viola chiaro.
Un altro uso dei complementari è questo: se un colore è troppo vivo, per abbassarlo di un tono, è sufficiente aggiungere una punta del suo complementare.
Il tono
Il tono è un elemento completamente diverso dal colore: è un effetto del chiaroscuro.
Ogni colore, tuttavia, possiede un tono.
Un porpora ed un rosso scuro, ad esempio, pur essendo due colori diversi, potrebbero avere uno stesso tono.
Le singole tine all'interno dello stesso gruppo (ad esempio i blu) hanno toni totalemente diversi. Il blu di Prussia è molto scuro, l'oltremare è leggermente più chiaro, il cobalto è ancora più acceso ed il ceruleo è il più luminoso di tutti.
Per comprendere al meglio un tono si può trasformare l'immagine nella scala dei grigi, una foto in bianco e nero, tanto per capirci.
La capacità di calibrare i toni è fondamentale per un artista; le relazioni tonali sono infatti un aspetto fondamentale della composizione, per alcuni è un dono innato ma ognuno può migliorare con la pratica.
Usare toni simili in un dipinto contribuisce a creare un'atmosfera compatta e armonica.
Al contrario, ricorrere a forti contrasti tonali, permette di ottenere lavori molto energici e vitali.
Per esercitarsi e capire meglio i toni si possono realizzare delle scale tonali con qualsiasi colore e con il nero.
La scala tonale che si ottiene partendo dal nero ed aggiungendo il bianco è la più completa perchè comprende i toni più scuri e quelli più chiari.
Ma si possono creare scale tonali con tutti i colori, partendo dal colore saturo ed aggiungendo il bianco.
Naturalmente le tinte "intermedie" che otterrete saranno maggiori per i colori scuri (ad esempio l'oltremare) e minori per i colori più luminosi e chiari (ad esempio l'ocra gialla).
A seconda della luminosità, poi, i colori saturi possono essere classificati su una scala di grigi per mostrare la corrispondenza fra uno e l'altro. I gialli sono più chiari mentre il nero, il marrone ed il blu si trovano verso l'estremità scura della scala.
La temperatura dei colori
I colori si distinguono in caldi e freddi.
I primi (rosso, arancione e giallo) sono energici e luminosi, fanno pensare a qualcosa di dinamico, al fuoco, a paesaggi aqssolati. Tendono ad essere vibranti ed espressivi ed a risaltare molto sul foglio.
Il blu, il turchese ed il verde sono colori freddi. Collegati ad immagini meno vivide, alla neve, al ghiaccio, all'acqua.
Le tinte "calde" come il rosso, sembrano portare in avanti il soggetto. Se un dipinto appare piatto, provate a raffreddare lo sfondo ed a scaldare il primo piano. Una punta di rosso è un classico trucco per dare un punto di fuoco e vivacizzare la composizione.
E' possibile individuare la posizione di una tonalità facendo riferimento al cerchio cromatico. I colori freddi (blu, verde, viola) sono da un lato, i colori caldi (rosso, arancione e giallo) dall'altro.
In realtà però, all'interno della stessa tonalità di colore, si trovano "temperature" differenti ed è difficile stabilire confini definiti. Ad esempio nel punto in cui il giallo viene a contatto con il verde, si trasforma in un colore acido e freddo. Allo stesso modo il viola appartiene sia ai colori caldi che a quelli freddi, a seconda della sua vicinanza colo blu o col rosso nel cerchio cromatico.
Prendiamo in esame le tonalità di blu, ad esempio. Il blu è considerato un colore freddo, ma alcune sue tonalità sono più fredde di altre. Il blu di prussia (molto scuro e profondo) ed il blu ceruleo (con una grande quantità di giallo verdastro) appaiono freddi se posizionati dopo il blu oltremare, un caldo blu rossastro.
All'interno dei verdi il verde smeraldo o il verde cinabro sono considerati freddi; il verde vescica è considerato caldo perchè contiene del rosso.
Il rosso carminio d'alizarina contiene del blu ed è freddo; il rosso cadmio è un caldo rosso-arancio.
Il giallo linone è freddo rispetto al giallo cadmio.. e così via.
Un quadro realizzato solo con colori caldi o freddi risulta monotono, piatto. Per conferire naturalezza e profondità ad una composizione è necessario bilanciare le due parti. Una scena autunnale, con prevalenza di colori caldi, include inevitabilmente anche toni sul blu ed ombre fredde.
Bisonga considerare inoltre che la nostra percezione del colore è influenzata dalle tonalità che lo circondano; per questo motivo è meglio lavorare sul dipinto nell'insieme piuttosto che sviluppare sezione per sezione.
Con uno sfondo rosso caldo il soggetto balza agli occhi; con uno sfondo blu chiaro risaltano le tinte tenui; il grigio attenua l'impatto visivo. Il giallo regala un accento solare ma smorza il soggetto. Lo sfondo nero esalta il colore in primo piano.
La temperatura di un colore è una chiave fondamentale della pittura.
Utilizzare il colore con la temperatura giusta significa creare profondità e naturalezza al soggetto.
Questo perchè i colori caldi si "avvicinano" allo spettatore e tendono ad andare incontro al suo punto di vista. I colori freddi, al contraerio, allontanano l'attenzione e lo sguardo.
In linea generale questo principio si può applicare sia a dipinti presi nella loro totalità (ad esempio un paesaggio) oppure per analizzare i toni di un singolo soggetto.
Nel primo caso, il paesaggio, adopereremo dei colori caldi per il primo piano e dei colori man mano più freddi verso l'orizzone. Se dipingiamo un campo di papaveri, i papaveri in primo piano saranno di un tono rosso generalmente caldo (impiegheremo quindi colori come il rosso cadmio, il giallo cadmio, l'ocra) quelli in secondo piano (più lontani rispetto all'osservatore) saranno di pinti con i toni freddi di un carminio alizarina, con aggiunta di blu ad esempio.
Nel secondo caso, se dobbiamo ad esempio, dipingere una mela su un tavolo, questa sarà idealmente divisa in tre sezioni. La parte illuminata lontana dallo spettatore con una luce fredda; la parte centrale che si "avvicina!" allo spettatore con una tinta calda; la parte in ombra che si "allontana" con una tinta fredda.
Chiave cromatica
Ogni dipinto ha una chiave tonale che può essere usata per definire uno stile.
Un registro chiaro suggerisce un'atmosfera serena, uno scuro sempre più triste.
Si parla in questi casi di chiave alta se i colori sono chiari ed accesi; di chiave bassa se scuri ed opachi.
Armonia dei colori
Talvolta un dipinto che non convince troppo può essere sistemato equilibrando il rapporto tra i pigmenti. Le tinte appartenenti alla stessa zona della ruota cromatica sono di per sè più armoniche. Si possono avvicinare due tonalità anche aggiungendo del bianco, oppure neutralizzandole con il grigio od il loro complementare.
Trucchi
Se i vostri colori o alcune parti del dipinto risultano troppo sgargianti, sfumateli con un pò di colore complementare; questo abbasserà il colore di tono senza smorzarlo (cosa che accadrebbe aggiungendo il nero). Se, al contrario, un dipinto sembra troppo spento considerate di inserire un colore contrastante e complementare.
Miscele ottiche di colore
E' la fusione di macchie ravvicinate di pittura compiuta dalla vista e dal cervello. Il procedimento è simile a quello che è alla base delle immagini dei nostri televisori. L'immagine, osservata ingrandita, è composta da tanti puntini luminosi e colorati che noi non percepiamo distaccati uno dall'altro, ma uniti anel formare un'immagine. Questo principio si può anche definire colore spezzato ed è il principio del divisionismo.
Se punteggiate due colori diversi l'uno accanto all'altro, riuscirete a distinguerli da vicino, ma indietreggiando farete sempre più fatica, finchè essi si fonderanno insieme per creare una nuova tinta.
Il principio si applica benissimo ai riflessi sull'acqua dove, oltre che la miriade di sfumature è necessario infondere un senso di continuo movimento.
Un'altra applicazione dello stesso principio è il puntinismo, nella quale puntini di dimensione regolare vengono stesi gli uni accanto agli altri.
Il colore spezzato permette di ottenere risultati altrimenti impossibili con le miscele e la pittura compatta. Osservati da lontano, i singoli puntini, i segni e le macchie scompaiono e diventano uno strato luccicante che sembra sospeso sulla superficie del colore, imitando l'effetto della luce.
I grigi
I grigi colorati sono una gamma infinita e si preparano partendo dalla mescolanza di due colori complementari e di un pizzico di bianco. Si possono ottenere grigi colorati a seconda della predominanza di uno dei due colori.
Quando si mescola un primario con un'eguale quantità del suo complementare secondario, si ottiene un grigio o un bruno.
Questi grigi sono detti neutri; variando la proporzione di ciascun colore della miscela è possibile ottenere una gamma di tonalità che va dal grigio più freddo al bruno più morbido.
I grigi così ottenuti sono molto più naturali di quelli composti solamente da nero e bianco che in natura non esistono. I grigi pittorici sono quelli creati con i complementari (ad esempio rosso+verde+bianco) il grigio formato da bianco+nero è un grigio teorico.
Questo lo sapevano bene gli impressionisit.. ve le ricordate le ombre colorate di Monet?
Altri esempi di grigi pittorici presenti in natura potrebbero essere: il grigio-blu delle colline all'orizzonte, i rosa neutri ed i grigi blu dell'epidermide.
E' però utile tener a portata di mano un tubetto di grigio pronto; il più conosciuto è il grigio di payne. Occorre considerare che però è un colore che varia molto da una casa produttrice all'altra.
E' un colore versatile; un grigio tendente al blu che, se mescolato co una punta di giallo limone determina bellissimi verdi acidi, ottimi per dipingere il fogliame.
Un altro grigio è il grigio di Davy che ha una sfumatura verde. Il grigio ottenuto mescolando solamente il bianco e il nero tende a spegnere l'atmosfera, a renderla troppo tetra.
La tavolozza : consigli sulle miscele
Il verde è uno dei colori più difficili da mischiare perchè la natura ha molte più sfumature di quelle dei colori industriali. Esistono però diverse tecniche per ricavarle.
Si può partire dai colori primari giallo e blu, oppure da un verde già pronto, e poi aggiungere diversi colori per ottenere una gamma vastissima di sfumature.
Si può aggiungere il giallo cadmio per vivacizzare il tono di verde e renderlo caldo e luminoso, perfetto per il fogliame estivo.
Si può aggiungere l'ocra gialla, oppure il terra ombra oppure il terra di siena bruciata per renderlo più "autunnale".
Aggiungendo un giallo freddo come il limone si ottengono dei verdi acidi; aggiungendo del rosso si scurisce il tono e si raffredda.
Le variabili e le possibilità sono infinite.
Personalmente adoro il verde vescica e lo utilizzo quasi dappertutto: se mi serve un verde più scuro e freddo aggiungo una punta di blu oltremare; se voglio scaldarlo aggiungo del giallo e così via.
Un altro bel verde marcio che prediligo è quello ottenuto mescolando il grigio di payne (un grigio con sfumatura blu) al giallo limone.
I punti luminosi delle foglie, che hanno riflessi freddi, possono essere ottenuti con un verde freddo come il veronese, unito al giallo limone.. attenzione però che il verde veronese è molto pericoloso, ne basta una puntina per ottenere risultati ottimi ma è un colore piuttosto prepotente e tende a prevalere.
Il terra verde è una buona base calda per ottenere dei colori solari.
I toni della pelle
Lo scoglio duro che ogni pittore deve, prima o poi, affrontare.
Cominciamo con demolire una fissazione che ci portiamo dietro da quando eravamo bambini: la pelle non è mai rosa.
Ma è difficile capire esattamente di che tinta si tratti, varia tantissimo da persona a persona ed è per questo che è difficile fissare delle regole precise, anche in questo caso occorre sperimentare e trovare il proprio modo.
La storia della ritrattistica è ricca di esempi di visi bianchi o rosa perla, piuttosto improbabili nella realtà.
Oggi le società multirazziali richiedono una varietà di toni maggiore. Alcune persone hanno un'incarnato con sfumatura gialla, verdastra o rosa e non dimentichiamoci che la tinta dipende anche dal tipo d'illuminazione che colpisce il soggetto in quel momento.
Poichè la pelle e le tonalità della carnagione variano moltissimo da una persona all'altra, ogni ritratto richiede una gamma di miscele leggermente diverse.
La diversa quantità di pigmento determina le differenze tonali dell'incarnato, che varia da persona a persona e non solo per fattori quali il sesso, l'età, la razza, le condizioni di salute. La pelle umana è anche una superficie molto riflettente., al punto che i colori circostanti influiscono sulle sue tonalità; abbastanza trasparente, assume spesso in corrispondenza delle guance una tinta calda, rosata, provocata dal sangue che fluisce sotto la superficie.
Il colore della pelle può assumere tonalità sia calde che fredde, per cui prima di cominicare a dipingere occorre preparare una serie di sfumature calde e fredde dei principali colori.
Per modellare i lineamenti si possono sfruttare le proprietà dei colori caldi e dei colori freddi: usando le tonalità calde per le parti sporgenti (i colori caldi si "avvicinano" all'osservatore) quali gli zigomi e il naso, si accentuerà l'effetto rilievo, mentre l'uso di colori freddi per le parti incavate accentuerà l'effetto di rientranza.
Miscelando con cura i colori si può creare l'effetto della luminosità e trasparenza della pelle. Un altro metodo consiste nel dipingere "alla prima", in quanto la tecnica del bagnato su bagnato consente dis fumare i colori uno nell'altro creando gradazioni tonali molto delicate.
Alcunem miscele pratiche:
bianco titanio+giallo brillante+una punta di giallo cadmio (tonalità chiara e fredda)
bianco titanio+giallo brillante+una punta di rosso cadmio (tonalità rosata chiara)
bianco titanio+giallo brillante+ocra gialla+una punta di rosso cadmio (tonalità scura e calda)
bianco titanio+giallo brillante+ocra gialla+carminio d'alizarina+blu oltremare+una punta di lacca garanza scura (tonalità scura e fredda)
bianco titanio+giallo brillante+rosso marte (tonalità calda)
bianco titanio+ocra gialla (tonalità chiara e calda)
Un altro modo per determinare il tono giusto dell'epidermide è quello di partire dal colore base disponibile in commercio: il carnicino e aggiungere altri colori modificandone il tono, un pò lo stesso principio che abbiamo spiegato per il verdwe.
Il carnicino è un colore molto luminoso e va usato in piccole quantità, se impiegato da solo; molto più interessante il suo utilizzo come base per cereare altri colori.
Il carnicino può essere usato anche come colore schiarente. E' preferibile al bianco che renderebbe il colore gessoso.
Alcune miscele pratiche:
rosso cremisi+ocra gialla+bianco (tono caldo). Aggiungendo a questa mjiscela del blu e del rosso scuro e freddo si ottengono le tonalità in ombra dell'epidermide.
di Jenny Quattrini |